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Dubbi e timori sulla nuova riforma delle pensioni dei consiglieri regionali

La proposta di legge è in fase di discussione in commissione

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Campobasso - Torna a far parte della discussione politica regionale, la questione sui vitalizi e le pensioni dei consiglieri regionali di cui si sta discutendo in I commissione a Palazzo Moffa sede del Consiglio Regionale del Molise.

La questione, più volte rinviata, è stata posta addirittura tre anni fa quando il decreto n. 174 emanato durante il Governo Monti, riformava il sistema pensionistico dei consiglieri regionali, oltre ad eliminare l'odioso vitalizio per i nuovi eletti. Secondo la nuova norma, come precisato dal presidente del Consiglio Regionale Vincenzo Niro, i consiglieri matureranno il diritto di andare in pensione una volta compiuti i 65 anni, e comunque solo dopo aver portato a termine il mandato per complessivi 5 anni tra i banchi del consiglio.

Oggi come oggi, ogni consigliere vede una trattenuta in busta paga pari al 20% dell'indennità (che è già alta di suo), passando dal vecchio sistema retributivo al nuovo istema contributivo. In soldoni vale a dire che la quota trattenuta si aggiunge ai contributi che la Regione Molise già versa ad ogni consigliere regionale, che si andrà ad accumulare in un fondo pensione.

Il timore dei cittadini che provano ad arrivare con difficoltà alla fine del mese, è quello che i signori consiglieri, al termine anche di un solo mandato effettivo, possano intascare una pensione spropositata, vista più come una presa in giro che per una riforma vera e popria.

 

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