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Crisi, l'Acem scrive al premier Renzi

"Equilibrare i rapporti tra pubblico e privato"

La redazione
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Campobasso - La crisi continua a mordere sempre di più, e il settore dell'edilizia è stato quello che maggiormente ha sofferto la recessione, con le inevitabili ripercussioni sull'economia reale e, cosa non da poco sui livelli occupazionali, scesi drammaticamente ai minimi storici.

In particolare al presidente dell'Acem Corrado Di Niro, non sono piaciute alcune norme contenute riguardanti la nuova legge di riordino della pubblica amministrazione e ha ha investito della questionil presidente del Consiglio Matteo Renzi e la delegazione parlamentare del Molise, quando scrive:

"L’Acem giudica sconcertante che per le suddette irregolarità siano previste sanzioni pecuniarie garantite dalla cauzione provvisoria, in quanto in simili omissioni o irregolarità non è affatto difficile incorrere anche per le aziende più diligenti, se solo si tiene conto che nella maggior parte delle gare pubbliche la modulistica è prestampata e si tratta di caselle da barrare, per cui un mero errore materiale può determinare tali conseguenze. Ma il disappunto esternato al Premier scaturisce non solo dalla constatazione che detta norma non va affatto nella direzione di aiutare le piccole e medie imprese, ma anche e soprattutto da alcuni casi concreti accaduti in questi giorni nella nostra Regione, ove si è verificato che per mero errore di barratura di caselle inerenti i moduli per la presentazione delle dichiarazioni sostitutive, imprese associate si siano viste applicare con una celerità che poco si addice alle Amministrazioni Pubbliche le sanzioni di cui alla legge in argomento, mediante incameramento delle cauzioni provvisorie, con l’assurdo che le medesime aziende dagli stessi Enti appaltanti vantano crediti non riscossi da almeno un paio d’anni. Il paradosso è che nel mentre la P.A. applica con estremo rigore e celerità la L. n. 114/2014, non rispetta con altrettanto rigore e celerità il decreto legislativo n. 192, del 9 novembre 2012, di recepimento della direttiva europea sui pagamenti alle imprese, che obbliga ad onorare entro 30 giorni o al massimo 60 le transazioni commerciali, per cui se si non si riuscirà a ripristinare gli equilibri nei rapporti tra il Pubblico ed il Privato sarà vana ogni riforma e non si verrà mai fuori dalla crisi in atto”.

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