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Consultorio di Termoli a rischio, sindacati e consigliere di parità: si assuma il personale per garantire i servizi

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Ennesimo schiaffo ai diritti delle donne: Il consultorio di Termoli verso la chiusura
Diverse sono state fino ad ora le voci di protesta contro la possibile chiusura del Consultorio di Termoli e 
anche il Coordinamento Donne dello SPI CGIL, della CISL e della UIL insieme alla 
Consigliera di Parità Regionale Giuseppina Cennamo e alla Consigliera di Parità delle 
Province di Campobasso e Isernia Giuditta Lembo, dicono
NO
ad un’ eventuale chiusura che lederebbe il diritto alla salute di tanti cittadini, 
soprattutto donne.
Sembra ormai indubitabile il rischio della lenta agonia, se non addirittura della chiusura del Consultorio 
termolese: presidio territoriale che dalla sua istituzione nel 1980 ha erogato con ottimi risultati un 
servizio pubblico gratuito ed è stato punto di riferimento della popolazione, soprattutto femminile del 
Basso Molise.
Apprendiamo con sgomento che i pensionamenti ed i tagli al personale potrebbero determinarne a 
breve la sua soppressione. Attualmente il personale insufficiente (nessun assistente sociale, nessun 
pediatra, una psicologa, una ostetrica ed una ginecologa presente in struttura un giorno e mezzo a 
settimana) non è in grado di garantire nemmeno i servizi minimi: servizi per la donna in tutte le fasi della 
vita, ma anche per la famiglia, per la coppia, per gli adolescenti, sempre più fragili in questi tempi 
burrascosi.
Una scelta non solo sbagliata, ma inopportuna e pericolosa, specie in questo periodo in cui 
l’emergenza coronavirus non è affatto superata.
Ancora una volta la sanità viene considerata una spesa, da tagliare 
indiscriminatamente, anziché un investimento per la salute ed il benessere dei 
cittadini, diritto inalienabile.
Si ravvisa una palese lesione dei diritti delle donne, diritti garantiti dalla legge 405/75, che istituì i 
consultori, normandone il funzionamento.
Ci sorge il sospetto (auspichiamo smentito dalle prossime decisioni politiche) che dietro 
questa azione ci sia un preciso progetto politico: quello di riportare indietro la nostra 
regione e i diritti delle donne, conquistati faticosamente dopo anni di lotte e lenti 
avanzamenti.
CHIEDIAMO, pertanto,
RISPOSTE CERTE E IMMEDIATE dal Direttore generale dell’ASReM Florenzano, dal 
Commissario Giustini e dal Governatore Toma,
e che si ASSUMA con urgenza il personale necessario, per garantire il pieno 
funzionamento della struttura, potenziando la quantità e la qualità dei servizi fin qui 
erogati.
Da parte nostra non staremo a guardare!
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