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La difesa delle donne costa il ricovero ospedaliero: zero diritti per la salute e la politica femminista

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Per difendere i diritti delle fasce meno rappresentate in Molise si finisce in ospedale.  Due diversi episodi ci inducono a una riflessione. Emilio Izzo che, dopo una partecipata lotta per la difesa della sanità pubblica, finisce ricoverato a causa di un malore. I bene informati dicono che si sia sentito male perché " coinvolto emotivamente dalle storie delle donne malate di cancro  che necessitano di interventi di senologia. Tutto questo succede a Isernia in mattinata. 
Siamo in serata e a Campobasso si svolge una infuocata riunione di maggioranza. La presidente della IV commissione Filomena Calenda, chiede l' approvazione di un emendamento sulla sanità. Ma accade che la parte maschile, ma forse meglio definita come maschia,  lancia un ultimatum a Calenda: la votiamo se rinunci alla votazione sulle quote rosa. I toni si fanno accesi e la consigliera, non disposta a rinunciare di mezzo millimetro ai diritti delle donne, si sente male e necessita di ricovero ospedaliero. Ora entrambi stanno meglio. Ma la riflessione da fare resta la seguente: a quanto bisogna spingersi per i diritti delle donne, da quello alla salute a quello di essere adeguatamente rappresentate nelle istituzioni? È una battaglia tosta, che ieri ha lasciato sul campo due feriti: un uomo e una donna. Entrambi vittime di quella politica maschia che non è capace di empatia verso le donne che soffrono e verso coloro che devono essere adeguatamente rappresentate nelle istituzioni proprio per combattere questo modo di fare. In una Regione dove lavora una donna su 2, dove la salute e i diritti delle donne sono sempre meno prioritari di " altre cose" indefinite, ma definibili come potere, patriarcato e maschilismo androcentrico.

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